«Lo Dzogchen è semplicemente uno stato che fa evolvere la coscienza dell’individuo.
In esso c’è spazio per tutti i diversi tipi di religioni, filosofie, società e popoli»
Chögyal Namkhai Norbu
Il Maestro Chögyal Namkhai Norbu è stato tra i massimi rappresentanti contemporanei della tradizione Dzogchen (Grande Perfezione), una conoscenza che si riferisce alla condizione naturale di ogni uomo e donna, ispirata a principi di compassione e non violenza. Lo Dzogchen non è solo il nome di un Insegnamento la cui pratica mette in grado l’individuo di scoprire la propria vera natura, ma è la nostra condizione autentica, lo stato totalmente perfezionato che il Maestro trasmette affinché gli studenti possano averne un’esperienza diretta. Lo Dzog Chen, o “Perfezione Totale” è conosciuto anche con il nome di Ati Yoga cioè “Yoga primordiale”; “yoga” in questo caso significa “possedere la conoscenza autentica” cioè la conoscenza dello Stato Primordiale dell’individuo, al di là di ogni condizionamento.
Pur essendo il veicolo più elevato del Buddismo tibetano, l’Insegnamento Dzogchen non è classificabile come una tradizione religiosa o filosofica, né come scuola o setta, ma è una conoscenza che i Maestri hanno trasmesso, senza limiti di appartenenza a tradizioni scolastiche o religiose attraverso un lignaggio ininterrotto.
Il suo modo di vedere non si basa su una conoscenza intellettuale, ma sulla consapevolezza della vera condizione dell’individuo. Nel corso dei secoli infatti lo Dzogchen è stato praticato in Tibet da appartenenti a tutte le scuole e tradizioni, sebbene la sua storia lo renda più diffuso nella tradizione Bön e nella scuola Nyingmapa del Vajrayana. Poiché il senso dello Dzogchen non dipende dalla tradizione culturale, esso può essere insegnato, capito e praticato in qualsiasi contesto culturale.